Le origini di questa cerimonia risalgono al XIII secolo e si ricollegano all’abitudine dei monaci buddisti di bere tè per sostenersi durante i lunghi periodi di preghiera.
Con l’intruduzione di questa bevanda a corte venne a punto dai maetri del tè un proprio rituale, con precise regole di eticchetta, seguete in buona parte ancora oggi.
La polvere di tè viene presa con apposito cucchiaio di bambù e versata nella teiera precedentemente lavata con acqua calda; si aggiunge poi dell’acqua non ancora bollente e si mescola il tutto con un speciale frullino di bambù, il chasa, per ottenere un liquido leggermente schiumoso che viene poi consumato dagli ospiti con gesti lenti e aggreziati.
Ma non si tratta soltanto di una situazione formale: la cerimonia del tè ha un profondo significato spirituale, grazie al quale ogni movimento,nella sua solennità. Ha lo scopo di creare un clima di armonia e di profonda serenità, da condividere con l’ospite nella ricerca di una più universale bellezza.
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